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60-30 a.C.

DIODORO SICULO, Biblioteca storica, I, 61; I, 96-97; IV, 30; IV, 75-79

Libro I

61 - Alla morte del re etiope gli Egiziani recuperarono il controllo del regno e posero sul trono un re della loro gente, Mendes, noto anche col nome di Marrus. Costui non compì alcuna impresa militare, ma si fece erigere un sepolcro conosciuto col nome di Labirinto, non tanto ammirevole per le dimensioni quanto inimitabile per la tecnica ingegnosa della costruzione: infatti chi vi entra non riesce facilmente a trovare la via d’uscita se non dispone di una guida esperta di tutto l’edificio. Alcuni sostengono anche che Dedalo abbia visitato l’Egitto e, colpito dall’abilità ivi raggiunta nell’arte edilizia, abbia in seguito costruito per Minosse, re di Creta, un Labirinto simile a quello egiziano in cui fu rinchiuso, secondo il mito, il cosiddetto Minotauro. Ma mentre del Labirinto di Creta non è rimasta traccia, o perché raso al suolo per ordine di qualche sovrano, oppure perché cancellato dal tempo, quello egiziano ha conservata intatta tutta la sua struttura fino ai nostri giorni.

96 - Terminata la rassegna dei legislatori, dobbiamo ora ricordare quanti tra i Greci, noti per sapienza e dottrina, visitarono nei tempi antichi l’Egitto per conoscerne i costumi e la cultura. I sacerdoti egiziani, infatti, in base alle registrazioni raccolte nei loro libri sacri, riferiscono di aver ricevuto la visita, in un passato remoto, di Orfeo e di Museo, di Melampo e di Dedalo […]

97 - Molti altri elementi di cui parla la mitologia si possono trovare tra gli Egiziani che ancora ne conservano il nome e la pratica rituale. […] Quanto a Dedalo, dicono che abbia imitato l’intricata struttura del Labirinto, che rimane in piedi ancor oggi e che fu costruito, molti anni prima del regno di Minosse, per iniziativa di Mandes o, secondo una diversa versione, del re Marrus. Affermano poi che le proporzioni delle antiche statue egiziane sono identiche a quelle delle statue che Dedalo innalzò in Grecia. Aggiungono che Dedalo fu l’architetto del bellissimo vestibolo del tempio di Efesto a Menfi e che per l’ammirazione suscitata si vide dedicare una statua di legno, che egli scolpì di propria mano e che fu collocata all’interno del tempio stesso; dicono infine che fu molto apprezzato per la sua abilità e ottenne per le sue numerose invenzioni onori pari a quelli divini: infatti su di una delle isole di fronte a Menfi c’è ancor oggi un tempio di Dedalo venerato dagli abitanti del luogo. […]

Libro IV

30 - Allora Iolao, costituita la colonia, mandò a chiamare dalla Sicilia Dedalo e fece costruire numerose opere grandiose rimaste fino ai tempi nostri e chiamate, dal loro architetto “Dedalea”.

75 - […] Poiché abbiamo esaminato a fondo questi argomenti, tenteremo di raccontare di Dedalo e del Minotauro e della spedizione di Minosse in Sicilia contro il re Cocalo.

76 - Dedalo era ateniese di origine e veniva definito un Eretteide, perché era figlio di Metione, figlio di Eupalamo, figlio di Eretteo. Superava di molto tutti gli altri per doti naturali e coltivava con zelo ciò che riguardava l’arte dell’architettura e la realizzazione di statue e la lavorazione della pietra. Creò molte invenzioni sussidiarie dell’arte, e realizzò opere ammirate in tutti i luoghi della terra abitata. Nella realizzazione delle statue superò di tanto tutti gli uomini che i posteri raccontavano di lui che le statue che egli aveva realizzato assomigliavano agli esseri viventi. Esse vedevano e camminavano, e atteggiavano in generale la disposizione di tutto il corpo in modo che sembrava che l’oggetto realizzato fosse un essere vivente ed animato. Fu il primo a fornire di occhi e a fare loro le gambe separate e ancora a fare le mani tese, ed era naturale che venisse ammirato dagli uomini, perché gli artisti prima di lui realizzavano le statue con gli occhi chiusi e con le mani abbassate e attaccate ai fianchi. Ma Dedalo, pur ammirato per il suo amore per l’arte, andò in esilio dalla patria, condannato per omicidio per le seguenti ragioni. Talos, che era figlio della sorella di Dedalo, era stato educato presso Dedalo, ed era nell’età della fanciullezza. Più dotato del maestro, inventò la ruota del vasaio; si imbatté in una mandibola di serpente, e dopo avere con essa segato in due un piccolo pezzetto di legno, cercò di imitare la scabrosità dei denti. Preparata una sega di ferro, con questa segò la materia lignea che impiegava nelle sue opere e acquistò fama di aver inventato un mezzo molto utile per l’arte delle costruzioni. Così, avendo inventato anche la ruota e alcuni altri artifici, conseguì una grande fama. Dedalo divenne invidioso del fanciullo, e ritenendo che avesse superato di molto il maestro nella fama, lo uccise a tradimento. Lo seppellì, ma fu scoperto; e quando gli venne chiesto chi stesse seppellendo, rispose che stava sotterrando un serpente. Ci si potrebbe meravigliare del paradosso: proprio a causa dell’animale che aveva permesso di progettare la realizzazione della sega, avvenne che si verificasse anche la scoperta dell’omicidio. Accusato e condannato per omicidio dagli Aeropagiti, fuggì dapprima in uno dei demi dell’Attica, nel quale gli abitanti sono stati chiamati, da lui, Dedalidi.

77 - Dedalo fuggì a Creta, e ammirato per la fama nella sua arte, divenne amico del re Minosse. Secondo il mito tramandato, poiché Pasifae moglie di Minosse si era innamorata del toro, costruì una macchina somigliante ad una vacca e aiutò Pasifae a soddisfare la sua brama. I miti narrano che in tempi precedenti Minosse ogni anno aveva il costume di consacrare a Poseidone il più bello dei tori nati e di sacrificarlo al dio. Quando nacque un toro di eccezionale bellezza, sacrificò un altro toro, di quelli di qualità inferiore: Poseidone si adirò con Minosse e fece invaghire del toro sua moglie Pasifae. Pasifae, si unì col toro per mezzo di questo artificio, e generò il Minotauro di cui parlano i miti. Dicono che esso fosse di duplice natura, e avesse le parti superiori del corpo, fino alle spalle di toro, le restanti di uomo. Dedalo, dicono, per questo mostro, per il suo mantenimento, costruì il labirinto, le cui vie di uscita erano tortuose e inaccessibili agli inesperti; e in esso veniva mantenuto il Minotauro e divorava i sette fanciulli e le fanciulle inviati da Atene, di cui abbiamo parlato prima. Dedalo, quando apprese che Minosse lo minacciava per la fabbricazione della vacca, dicono che spaventato della collera del re salpasse da Creta, e che Pasifae lo aiutasse e gli desse una nave per la partenza. Insieme a lui fuggì il figlio Icaro e approdarono ad un’isola d’alto mare: Icaro sbarcò su di essa in modo temerario, cadde in mare e morì, e da lui fu dato al mare il nome di Icario, e l’isola fu chiamata Icaria. Dedalo salpò da questa isola, e approdò in Sicilia nella regione il cui re Cocalo lo accolse e ne fece un suo grande amico per le sue doti naturali e per la sua fama. Ma alcuni raccontano che Dedalo si trattenne ancora a Creta nascosto da Pasifae. Il re Minosse voleva punire Dedalo e non potendo trovarlo, frugò tutte le navi dell’isola, e promise che avrebbe dato una quantità di denaro a colui che lo avesse ritrovato. Allora Dedalo disperando della fuga per mezzo della navi, contro ogni aspettativa fabbricò delle ali fatte con arte e meravigliosamente rivestite di cera: dopo che le ebbe poste sul corpo del figlio e sul suo, in modo inaspettato le dispiegarono per il volo, e fuggirono dal mare vicino all’isola di Creta. Icaro, a causa della sua giovinezza volò in alto e cadde nel mare perché la cera, che teneva insieme le ali, venne sciolta dal sole; egli, invece, volando vicino al mare e umettando ogni volta le ali, si salvò contro ogni attesa in Sicilia. Riguardo questi fatti, anche se il mito è strano, abbiamo tuttavia deciso di non tralasciarlo.

78 - Dedalo si trattenne molto tempo presso Cocalo e i Sicani, ammirato per la sua grandezza nell’arte. In quest’isola costruì alcune opere che rimangono ancora oggi. Vicino a Megaride costruì ingegnosamente la cosiddetta kolymbetra, dalla quale sbocca nel mare, che è vicino, un grande fiume chiamato Alabone. Presso l’attuale Agrigento, nel luogo chiamato Camico, costruì una città che si trova su di una rupe, la più salda di tutte, assolutamente inespugnabile con la violenza: con un artificio ne fece la salita angusta e tortuosa, da potersi difendere con tre o quattro uomini. Perciò Cocalo in questa città fece costruire la reggia, vi depositò le sue ricchezze e la conservò inespugnata grazie alla inventiva dell’architetto. Come terza costruzione nel territorio di Selinunte apprestò un antro nel quale estrasse con tale misura il vapore umido del fuoco che bruciava in esso, che per la dolcezza del calore coloro che vi si trattenevano trasudavano insensibilmente e a poco a poco, e curavano i corpi con godimento, senza essere danneggiati dal calore. Ad Erice c’era una rupe scoscesa di altezza straordinaria, e poiché l’angustia dello spazio presso il tempio di Afrodite costringeva a realizzare la costruzione sospesa sulla roccia, fece un muro proprio sulla sponda, ampliando in modo inaspettato la parte superiore della sponda. Per Afrodite Ericina realizzò con arte un ariete d’oro, mirabilmente lavorato, e somigliante in modo perfetto ad un ariete vero. Dicono che in Sicilia abbia realizzato con arte molte altre opere, che sono andate distrutte per il molto tempo trascorso.

79 - Minosse, re dei Cretesi, in quell’epoca padrone del mare, quando fu informato della fuga di Dedalo in Sicilia, decise di fare una spedizione contro l’isola. Preparata una considerevole forza navale salpò da Creta e approdò in territorio di Agrigento nel luogo chiamato da lui Minoa. Quando l’armata fu sbarcata vennero inviati messaggeri al re Cocalo: Minosse reclamava Dedalo per punirlo. Cocalo lo invitò ad un incontro, e dopo aver promesso che avrebbe eseguito ogni cosa, ricevette ospitalmente Minosse. Mentre Minosse era al bagno, Cocalo trattenendolo di più nell’acqua calda lo uccise e restituì il corpo ai Cretesi, adducendo come causa della morte il fatto che era scivolato nel bagno e caduto nell’acqua calda era morto. Poi coloro che lo avevano accompagnato nella spedizione seppellirono splendidamente il corpo del re, costruirono un duplice sepolcro, e posero le ossa nella parte nascosta, mentre in quella scoperta costruirono un tempio di Afrodite.