44: Giove ed Io

Titolo dell’opera: Giunone scopre Giove con Io

Autore: Pieter Lastman (1583-1633)

Datazione: 1618 (l’opera è datata e firmata)

Collocazione: Londra, National Gallery

Committenza:

Tipologia: dipinto

Tecnica: olio su tavola di quercia (54,3 x 77,88 cm)

Soggetto Principale: Giunone scopre Giove con Io

Soggetto secondario: Giove trasforma la ninfa Io in giovenca

Personaggi: Giove, Giunone, Io, Cupido e la Frode

Attributi: pelle di volpe (Frode); arco (Cupido); pavoni, carro, scettro (Giunone)

Contesto: paesaggio all’aperto

Precedenti:

Derivazioni:

Immagini:

Bibliografia: Salerno L., Pittori di Paesaggio del Seicento a Roma, Ugo Bozzi Editore, Roma 1978, p. 158, vol. I.; Kieft G.,  I Paesi Bassi Settentrionali: Arte, Mestiere, Committenza nel Secolo d’Oro, in La Pittura nei Paesi Bassi, Electa, Milano 1997, p. 417; Langmuir E., National Gallery, Piccola Guida, Edizione Italiana Riveduta, National Gallery Publication Limited, Londra 1998, pp. 213 e 214; Il Barocco, Architettura, Scultura, Pittura, a cura di Toman R., Konemann, Francia 1999, p. 445

Annotazioni redazionali: Pieter Lastman, pittore olandese, trascorse un periodo formativo in Italia dal 1603 al 1607, dove guardò all’arte di Caravaggio e dei Carracci. Rientrato in patria ebbe come allievo per sei mesi il giovane Rembrandt, al quale trasmise gli insegnamenti appresi durante il soggiorno italiano. Lastman solitamente non eseguiva opere su commissione, ma soddisfacendo un interesse personale, trasferiva sulla tela liberamente temi che prediligeva, in particolare di storia. Fa parte dei soggetti tratti dalla letteratura classica la tavola con Giunone scopre Giove con Io. L’opera è datata e firmata 1618. Nel dipinto di Lastman, Giunone, insospettitasi della presenza delle nubi che ricoprono il cielo, si fa un varco e passa all’interno di esse con il suo carro trainato dai pavoni, scoprendo così il tradimento di Giove con la ninfa Io, già tramutata in giovenca. La dea seduta di profilo sul carro indossa abiti sontuosi; ha il volto rivolto verso il marito e con lo scettro indica il luogo del tradimento. Giove, seminudo e visibilmente impaurito dalla vista della moglie, con un braccio avvolge la testa della mucca, mentre con l’altro si appoggia alla roccia sulla quale è seduto. In questo caso Giove è visto come un normale essere umano vittima di una passione amorosa adulterina. Con una gamba leggermente sollevata dal suolo e con l’altra ben salda a terra, fa immaginare ad un ripensamento di un tentativo di fuga. Assieme a Giunone, Giove e Io, compaiono le personificazioni di Cupido bambino (il cui arco è gettato a terra ai suoi piedi) e della Frode (vestita di una pelle di volpe), che, complici di Giove, cercano di coprire con un drappo rosa la scena del misfatto agli occhi della dea. I pavoni che trainano il carro di Giunone non hanno ancora la loro decorazione sulle loro piume perché la scena rappresentata è quella precedente alla morte di Argo. Il colore cupo di tutta la composizione manifesta il chiaro interesse dell’artista per la pittura di Caravaggio.

Maddalena Bertolini