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sec. I a.C.,

Partenio di Nicea, Amori infelici, XV

Dafne

[La storia si trova nelle Elegie di Diodoro Elaita e nel XV libro di Filarco]

Intorno a Dafne, figlia di Amicla, si raccontano questi fatti. Lei non andava mai in città né si accompagnava con le altre vergini ma, equipaggiata di tutto punto, con molti cani partecipava a cacce in Laconia, spingendosi fino agli alti monti del Peloponneso: per questo motivo era molto cara ad Artemide che le consentiva di avere sempre la mira giusta. S'invaghì di lei, mentre vagava nel territorio di Elis, Leucippo, figlio di Enomao, e senza ricorrere a qualche altro espediente, si abbigliò con vesti femminili e, simile a una fanciulla, andava a caccia con lei. E siccome le piaceva, Dafne non lo lasciava mai, gli stava sempre attorno e lo abbracciava in continuazione. Apollo, pure lui infiammato dal desiderio per la fanciulla, era preso dall'ira e dall'invidia per la familiarità di Leucippo con Dafne e insinuò allora nella mente della ragazza l'idea di andare con le altre vergini a lavarsi alla fonte. Giunte lì, si svestirono, e vedendo che Leucippo non voleva farlo, gli strapparono di dosso le vesti: resesi allora conto dell'inganno e di quello che lui ordiva, scagliarono tutte insieme le aste contro di lui. Leucippo però per volere degli dei scomparve e Dafne, vedendo Apollo che avanzava verso di lei, fuggì di corsa; e siccome il dio la inseguiva, pregò Zeus di strapparla dagli esseri umani, e così dicono che sia diventata quell'albero che da lei ha preso il nome di dafne.